Archibugio navale con meccanismo ad acciarino a pietra focaia (XVIII Secolo)

Inizialmente gli archibugi erano fabbricati con delle canne di dimensioni minori, ma della prima metà del XVI secolo, fu prodotto anche un tipo di archibugio di dimensioni maggiori chiamato “archibusone”. Gli archibugi potevano essere usati a cavallo, appoggiati al muro oppure con supporto di legno per sparare da fermi. Erano in uso anche degli archibugi da nave, di dimensioni molto grandi (il diametro della canna era superiore ai 25 millimetri). Attualmente, tra le armi da fuoco quelle che hanno un diametro fino a 20 millimetri sono considerate armi portatili, mentre quelle con un diametro maggiore vengono classificate come armi d’artiglieria.
L'uso della pietra focaia determinò un notevole cambiamento nei meccanismi d'accensione – da qui ebbe origine l'acciarino a pietra focaia che, all'azionamento del grilletto, sfrega con la pietra focaia sulla linguetta che si sposta e scopre la polvere da sparo nel focone. Le scintille provocate dal contatto della pietra focaia col ferro innescano la polvere da sparo. In Europa, il sistema a pietra focaia sostituì ben presto il sistema a accensione a miccia e a ruota.
La lunghezza totale dell'oggetto è di 210 cm; il calibro è di 23 mm; il peso di 19 kg.
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